È esistito un elefante unico al mondo, nato dall’unione impossibile tra due specie diverse: la storia incredibile (e tristissima) di Motty.
Non era solo speciale, era unico. L’unico elefante nato dall’unione di due specie lontanissime: la madre asiatica e il padre africano.
Motty è venuto alla luce nel 1978, nello zoo di Chester, in Inghilterra. Era nato prematuro, minuscolo, debole. Ma era anche la prova vivente che qualcosa di impossibile poteva accadere davvero. E per dieci giorni, ha scritto una pagina irripetibile nella storia della zoologia.
Sua madre si chiamava Sheba, era un’elefantessa asiatica. Il padre, Jumbolino, era un elefante africano. Vivevano nello stesso recinto e quella gravidanza fu una sorpresa per tutti. Nessuno credeva che due animali così diversi potessero davvero accoppiarsi, figuriamoci avere un figlio.
In natura non succede mai: le due specie vivono in continenti diversi e sono talmente lontane geneticamente da appartenere addirittura a generi differenti.
Eppure Motty è nato e nel suo corpo portava le tracce di entrambi i mondi: le orecchie grandi del padre africano, ma anche le cinque unghie anteriori e quattro posteriori tipiche della madre asiatica. Una creatura impossibile, ma reale, così rara che non se n’è mai più visto uno.
Motty è vissuto solo dieci giorni. Troppo fragile per sopravvivere, ha lottato finché ha potuto, ma il suo corpo non ha retto. L’autopsia ha parlato di enterocolite necrotizzante e di un’infezione da Escherichia coli. Malattie comuni, ma devastanti per un cucciolo così vulnerabile. I veterinari avevano fatto di tutto per salvarlo. Ma forse, semplicemente, Motty non era destinato a vivere.
Oggi il suo corpo è conservato al Natural History Museum di Londra, a memoria di qualcosa che probabilmente non accadrà mai più. È ancora registrato nel Guinness dei Primati come “l’elefante più raro del mondo”.
Gli ibridi tra elefanti africani di savana e di foresta esistono, ma si tratta di sottospecie molto simili. Il caso di Motty invece è qualcosa di completamente diverso. Due animali che in natura non si incontrano, un incrocio possibile solo in cattività, forzato, e proprio in quello zoo è successo.
Il suo nome, Motty, fu scelto in onore di George Mottershead, il fondatore dello zoo. Ma oggi rappresenta qualcosa di più grande. La prova che l’uomo, nel cercare di controllare la natura, a volte crea qualcosa di straordinario… ma fragile.
Motty è l’esempio di come la natura sia straordinaria e che dovremmo fermare la nostra voglia di controllarla, di rinchiuderla in un recinto, in una gabbia. Motty ha vissuto pochissimo, frutto di un’unione impossibile in natura. Resterà nella memoria collettiva come l’ibrido più raro del mondo, ma ci chiediamo: “è giusto che sia nato?”. Lasciamo a voi la risposta.
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