Uno dei fastidi più grandi, quando arriva l’estate sono soprattutto gli insetti, tra tutti le mosche. Ecco perché si attaccano alla pelle
Si sa, con l’arrivo della stagione estiva, subentrano anche molti fastidi. Oltre al caldo torrido, che per via del riscaldamento globale, diventa sempre più preoccupante, subentrano anche gli insetti. Questi riescono ad intrufolarsi in casa, anche se abbiamo le zanzariere, inoltre quando usciamo ce li ritroviamo ovunque. Tra questi i peggiori sembrano essere le mosche, uno degli insetti più sporchi di sempre, che tende ad appoggiarsi sui cibi, contaminandoli, ma anche sulla nostra pelle.
Solitamente sono attratte dall’odore del cibo, ma anche da quello che rilascia la nostra pelle, soprattutto quando è sudata. Per allontanarle da casa, possiamo evitare di usare prodotti chimici e puntare, invece, su quelli naturali. Tra questi abbiamo l’aceto bianco, le essenze naturali dai profumi forti, il caffè, il geranio, il basilico, i chiodi di garofano. Queste, però, in un modo o nell’altro riescono sempre ad attaccarsi alla nostra pelle, ma perché questo accade? Scopriamo quali sono le cause.
Quante volte ci è capitato, soprattutto in estate, di essere letteralmente inseguiti da una mosca? Magari mentre siamo seduti in giardino o stiamo mangiando all’aperto, ed eccola lì: ronza, si posa sul braccio, sul viso o addirittura sulle labbra. La scacciamo con la mano, ma dopo pochi istanti torna, ostinata e infastidita solo a tratti. E viene da chiedersi: ma cosa ci trova di così interessante proprio in noi? È come se fosse ossessionata da noi, e non ha interessa di andare altrove
In realtà, le mosche non ce l’hanno con noi per partito preso. Quello che ci sembra un attacco personale è, più semplicemente, il risultato di un istinto naturale. Il nostro corpo, infatti, emette una serie di segnali sensoriali irresistibili per questi insetti: calore, umidità, odori, anidride carbonica e persino sali minerali presenti sulla pelle. Un vero e proprio “pasto completo” che non vedono l’ora di soddisfare.
Quando respiriamo, ad esempio, rilasciamo CO₂, un richiamo chimico che le mosche (e le zanzare) usano per individuare esseri viventi. Il sudore e il sebo sulla pelle contengono elementi che loro “gustano” attraverso le zampette o la proboscide. Anche il calore corporeo e i composti organici che produciamo attirano la loro attenzione: insomma, agli occhi di una mosca siamo una fonte continua di stimoli.
Tecnicamente, non si “appiccicano” davvero: il loro continuo posarsi e ripartire dà solo l’illusione di essere incollate a noi. Hanno zampe dotate di minuscoli cuscinetti adesivi che permettono loro di esplorare con rapidità. E se tornano più volte sullo stesso punto, è perché i segnali che percepiscono continuano a dire: “Qui c’è qualcosa di buono”.Alla fine, è solo natura. Fastidiosa, certo. Ma anche sorprendentemente affascinante.
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