La larva mangia-carne si è ufficialmente spostata dal Centro America. Non ci sono focolai nella nuova zona di interesse ma cresce comunque l’allerta.
È stato confermato il primo caso umano di infezione da larva mangia-carne fuori dal Centro America dove nei mesi passati era scoppiata un’epidemia. Sono immediatamente scattati i protocolli di controlli e sicurezza ma, al momento, si tratta di un caso isolato.
La conosciamo come larva mangia-carne, ma si chiama Cochliomyia hominivorax ed è un parassita che sta spaventando l’America centrale ormai da tempo. Di fatto, quando le larve di questo animale penetrano nella carne di un animale vivo provocano danni gravi che spesso sfociano in morte.
Solitamente le larve di questa mosca infestano bovini, animali domestici, fauna selvatica, occasionalmente uccelli e molto raramente anche l’uomo. Si tratta di una mosca endemica di paesi quali Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana e altri Paesi del Sud continente. E fino a questo momento la larva era sempre rimasta in questa parte del mondo; nelle scorse settimane è stato accertato il primo caso fuori da questa area.
Il Dipartimento della salute e il CDC (il Centro per controllo e prevenzione delle malattie) statunitense hanno confermato che il 4 agosto è stato riscontrato il primo caso USA di larva mangia-carne in un cittadino del Maryland, uno degli stati a nord del Paese.
L’uomo aveva viaggiato nei giorni precedenti verso El Salvador, ma prima ancora era stato in Guatemala Paese dove è entrato evidentemente in contatto con il parassita. È immediatamente scattato il protocollo di controllo previsto in questi casi, ma è fondamentale evitare allarmismi.
Andrew G. Nixon, portavoce del dipartimento della salute, ha sottolineato che allo stato attuale “il rischio di salute pubblica per i cittadini statunitensi derivante da questa introduzione è molto basso“. Si tratta, in effetti, di un caso isolato e importato che è giustamente sotto sorveglianza. Non si tratta di un focolaio di infestazione presente nel Maryland che avrebbe reso la situazione molto più complicata e che avrebbe significato l’effettivo spostamento della mosca, e quindi delle larve, in una differente zona del Continente con allargamento dell’area di interesse.
Per decenni proprio gli USA, in collaborazione con Panama, hanno lavorato ad un programma che impedisse lo spostamento della mosca verso altre aree geografiche. Utilizzano una tecnica di controllo biologico detta dell’insetto sterile per eliminare la popolazione di mosche. Di fatto si rilasciano nell’ambiente migliaia di maschi che non sono in grado di procreare e, visti numeri, andranno a vincere la competizione con quelli non sterili.
Siccome sono le femmine ad infestare la carne viva con le larve, in mancanza di maschi fertili la popolazione di mosche andrà via via a diminuire. La stessa tecnica era stata utilizza a Procida nel 2015 per debellare la presenza della zanzare tigre ed ha avuto successo.
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