Disavventura in Val di Fumo per una coppia di escursionisti e la loro cagnolina di 14 anni. Il gestore del rifugio li ha respinti, vietando l’ingresso al cane.
Val di Fumo, una coppia di escursionisti è in Trentino per una giornata di immersione nella natura, ad accompagnarli la loro cagnolina di 14 anni; sarebbe l’incipit di una semplice storiella a lieto fine, se non fosse che la coppia ha denunciato sui social la brutta disavventura vissuta durante quella che doveva essere una giornata spensierata.

I fatti risalgono allo scorso 15 agosto, ma il racconto dei protagonisti è stato condiviso solo ai primi di settembre. Luca, l’autore del posto, ha raccontato di come si trovasse i Val di Fumo con la compagna e la cagnolina anziana di 14 anni e 8 kg di peso e di come proprio la presenza dell’animale abbia dato fastidio al gestore di un rifugio.
Come spesso può succedere in montagna, durante l’escursione la coppia viene sorpresa da una grandinata estiva, decidono allora di cercare riparo e bussano alla porta del Rifugio Val di Fumo dove avviene lo spiacevole episodio. Il gestore dice apertamente agli escursionisti che loro possono entrare ma che il “cane resta fuori a morire“.
Nel post, il proprietario della cagnolina ha specificato che ormai da esperti della montagna, che frequentano da 13 anni, cercano sempre in maniera anticipata rifugi dove gli animali siano ammessi e sapevano che in quel luogo non erano ben accetti: “ma quella era una situazione di emergenza. Non ci saremmo aspettai un atteggiamento tanto aggressivo“.
Cagnolina respinta dal rifugio, ma il proprietario poteva farlo?
Infreddolita e bagnata, la cagnolina vista anche l’età rischiava molto, i proprietari hanno deciso non accedere alla struttura e solo grazie ad un fornello a gas è riuscita a scaldare e ad asciugare l’animale. Ma il gestore del rifugio poteva fare quello che poi ha fatto? In realtà non c’è una legge nazionale che vieti l’accesso agli animali negli esercizi privati aperti al pubblico, tuttavia le leggi regionali possono in questo senso porre dei limiti. Tra le varie opzioni c’è la possibilità di lasciare scelta al gestore che è poi quello che è avvenuto in questo caso. Il punto però è un altro.

L’aspetto fondamentale di questa vicenda è la situazione emergenziale scatenata dall’improvvisa grandinata ed è qui che entra in ballo l’art 544 del Codice Penale che punisce chi cagiona sofferenze ingiustificate ad un animale.
A questo ha fatto appello il proprietario della cagnolina denunciando la vicenda e ricordando che un comportamento del genere non vìola soltanto lo spirito della montagna ma è anche punito penalmente.
Un caso politico
La vicenda nel frattempo è diventato un caso politico con il deputato Andrea de Bertoldi (Lega) che ha annunciato una personale mobilitazione con tanto di interrogazione parlamentare alla ministra Santanché, competente in materia. Da una parte si cercherà di capire se la denuncia nel post è veritiera ascoltando anche la versione del gestore, dall’altro si cercherà di capire come il governo intende intervenire con una normativa nazionale che eviti in futuro altre spiacevoli situazioni.